CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO DALLA REGIONE LAZIO

di Vincenzo Pollastrini 

Avviso pubblico “Ristoro Lazio Irap

Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n.2 del 7 gennaio 2021

Il contributo è concesso a Micro, Piccole e Medie imprese (MPMI) e professionisti titolari di partita IVA operanti nella Regione Lazio

Occorre rientrare in uno dei codici ATECO espressamente indicati nel bando

Il contributo è a fondo perduto, e consiste nel rimborso dell’acconto IRAP di novembre 2020 (entro il limite massimo di  Euro 25.000 e nel rispetto dei limiti massimi complessivi per gli aiuti di Stato ricevuti)

La domanda deve essere inviata telematicamente dalle ore 10.00 del giorno 11.01.2021 alle ore 10.00 del giorno 08.02.2021, o fino a esaurimento risorse (51 milioni di euro) se precedente. Conta l’ordine cronologico di presentazione

Il contributo non è subordinato ad un programma di investimenti ed è concesso entro il 30 giugno 2021

Cliccare sul link per visionare il bando con le relative istruzioni

Con il presente articolo intendiamo fornire una serie di consigli utili per chi intendesse accedere al contributo. Lo Studio resta a disposizione per i clienti che intendessero partecipare

ATTIVITA’ AMMESSE

Cliccando sul link, si accede al testo del bando. Alle pagine 18 e seguenti è disponibile la lista dei codici attività ATECO ammessi.

Segnaliamo l’esclusione di cinema, teatri, taxi e Ncc, per i quali sono previste altre misure.

Tra le varie attività (per citarne soltanto alcune), troviamo:

  • Pubblici esercizi come ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie, ecc.
  • Operatori del turismo, come agenzie di viaggi, attività ricettive, guide turistiche, tour operator, ecc.
  • Organizzazione di convegni, fiere, feste, cerimonie
  • Discoteche, parchi tematici, centri benessere e termali
  • Attività del settore della cultura (tranne cinema e teatri)
  • Attività del settore dello sport (che non abbiano usufruito della misura regionale per associazioni e società sportive)
  • Attività del commercio all’ingrosso e al dettaglio chiuse dai decreti di marzo
  • Agenti e rappresentanti di commercio (ma attenzione a coloro che sono in contenzioso o intendono intraprenderlo proprio per l’IRAP)
  • Attività di servizi alla persona (es. barbieri, parrucchieri, estetisti)

Si richiede la regolare iscrizione al Registro Imprese o Repertorio Economico Amministrativo della Camera di Commercio e l’esercizio (per l’unità operativa o il luogo di esercizio dell’attività, che comunque devono collocarsi nella Regione Lazio) di un’attività economica identificata come prevalente nelle sezioni ATECO indicate. 

Attenzione ai professionisti. A meno che non siano iscritti al REA (o non lo facciano entro la data di presentazione della domanda), di fatto vengono esclusi dal contributo. Ciò in quanto di norma i professionisti non sono iscritti in Camera di Commercio. 

La partita IVA deve essere stata attivata in data antecedente al 7 gennaio 2021.

Sono ammessi coloro che hanno versato o devono versare una quota IRAP 2020 alla Regione Lazio. Attenzione alle compensazioni. In molti casi non si ha la percezione di aver versato perché il debito IRAP è stato compensato con un credito. Anche in tal caso si ritiene che il contributo spetti. 

Vi è poi chi non ha versato per carenza di fondi. Si ritiene che anche tali contribuenti siano ammessi, purché versino prima della presentazione della domanda (senza però avere certezze di rimborso, anche se i fondi stanziati sembrano piuttosto consistenti).     

Molti contribuenti non potranno accedere (es. forfetari o professionisti esonerati da IRAP), proprio in quanto non soggetti IRAP.

LA DOMANDA E’ UN’AUTOCERTIFICAZIONE

Pertanto verranno effettuati controlli mirati, ed in caso di falsa dichiarazione, anche di una sola delle decine di situazioni da autocertificare, si rischiano gravi sanzioni penali, oltre ovviamente al diniego o alla restituzione del contributo eventualmente erogato.

Non solo. Sono previste autocertificazioni che possono essere sconfessate anche per un evento ad oggi imprevedibile. Ne citiamo soltanto una a titolo di esempio. Tra le varie autocertificazioni vi è quella di essere in regola con la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, o comunque con tutte le norme in materia di lavoro. Una futura ispezione, che dovesse concludersi con una irregolarità anche lieve, oltre a far decadere il contributo potrebbe comportare l’applicazione di sanzioni penali per falsa autocertificazione. 

Per questa ragione si consiglia di esaminare con attenzione tutte le condizioni richieste, e di domandare il rimborso soltanto se per importo, necessità e certezza dei requisiti ne vale realmente la pena.

Mentre la partita IVA deve essere stata attivata entro e non oltre il 6 gennaio 2021, le altre condizioni devono essere verificate alla data di presentazione della domanda. 

Non tutte però. Ad esempio la qualifica di MPMI va riferita all’ultimo bilancio approvato o all’ultima dichiarazione presentata.

Non staremo qui a ripetere tutte le innumerevoli condizioni che devono essere autocertificate. 

Per questo rinviamo al bando.

Ci limitiamo a fornire alcuni consigli in merito a talune di esse, rimanendo a disposizione per eventuali chiarimenti.

CONDIZIONE DI MICRO, PICCOLA O MEDIA IMPRESA O DI LIBERO PROFESSIONISTA

Nella domanda sono previste dichiarazioni in merito a società controllate, collegate o comunque in rapporti codificati e/o documentabili tra loro, tali da far considerare più società come un’unica entità.

Può infatti accadere che due società, singolarmente considerate, per numero di dipendenti, fatturato, attivo di bilancio siano considerate micro, piccole o medie (con accesso ai benefici) ma, congiuntamente considerate, fuoriescano dai limiti massimi che danno diritto al beneficio.

Si tratta di limiti, da non raggiungere (secondo le combinazioni indicate nel bando), molto ampi (per la categoria più ampia, 250 occupati, 50 milioni di fatturato annuo, 43 milioni di attivo di bilancio). Si può pensare pertanto di poter talvolta trascurare una verifica sulla presenza di imprese collegate, o controllate o in qualche modo tra loro associate. Due imprese controllate, molto al di sotto delle soglie indicate, pur sommate tra loro, potrebbero non incontrare difficoltà. In realtà consigliamo la massima attenzione, poiché la domanda richiede di indicare tutte le circostanze che implichino una particolare relazione tra più soggetti, a prescindere dal superamento o meno delle soglie.

Non dimentichiamo che la domanda è un’autocertificazione, e che un errore può comportare conseguenze devastanti.

CONDIZIONE DI ESSERE SOGGETTI PASSIVI IRAP

Raccomandiamo la massima attenzione, quando l’applicazione dell’IRAP è controversa. Molti contribuenti sono in causa con lo Stato perché non si ritengono assoggettati ad IRAP.

Alcuni non hanno versato il tributo e per questo hanno intrapreso un contenzioso difensivo.

Altri hanno prudentemente versato il tributo e richiesto il rimborso (o si riservano di richiederlo).

Ebbene, in queste circostanze è assolutamente sconsigliabile presentare domanda di rimborso. Ciò significherebbe assumere un comportamento contraddittorio che certamente non sarà privo di conseguenze. Non tutti i casi sono però identici. Pensiamo a chi ha pagato il tributo e chiesto il rimborso, ma ha conseguito o prevede di conseguire un esito negativo e non intende proseguire nel contenzioso. In tal caso non escludiamo che possa convenire presentare la domanda in oggetto.

Si consiglia in definitiva un’attenta valutazione.

CONDIZIONI ATTINENTI I PREGRESSI COMPORTAMENTI DEL RICHIEDENTE

Si tratta di una lunga serie di circostanze che vanno attentamente valutate: es. assenza di condanne per una serie di reati da parte di titolare, alcuni soci e amministratori, regolarità rispetto alla normativa antimafia, ecc.

CONDIZIONI DI REGOLARITA’ CON UN’AMPIA CASISTICA DI NORME

Si tratta di uno degli aspetti più pericolosi.

Non è un mistero che la normativa italiana è sterminata. Pur adottando tutte le precauzioni, può capitare che un’azienda, per una disattenzione o per l’errata interpretazione di una delle migliaia di norme, si trovi in futuro a dover sostenere un contenzioso con lo Stato (es. in materia ambientale, di contributi, sicurezza sul lavoro, antiriciclaggio, ecc.). 

Ebbene, dichiarare oggi la regolarità, anche in perfetta buona fede, e trovarsi domani (per un accertamento che dovesse verificarsi tra qualche anno sulla situazione attuale) in contenzioso per una presunta irregolarità, può comportare (in caso di esito negativo) la decadenza dal contributo e l’applicazione di sanzioni penali per falsa autocertificazione.

Tanto per dirne una: per perdere il contributo e trovarsi accusati di falsa autocertificazione potrebbe essere sufficiente anche il mancato adempimento di una delle centinaia di prescrizioni anti Covid.

Segnaliamo nell’ampia casistica (a titolo esemplificativo e non esaustivo):

  • Rispetto della normativa antiriciclaggio
  • Rispetto dei contratti collettivi di lavoro
  • Rispetto di tutte le norme esistenti in materia di prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, di inserimento dei disabili, pari opportunità, contrasto del lavoro irregolare e riposo giornaliero e settimanale, tutela dell’ambiente, versamento dei contributi

ASSENZA DI CONFLITTO DI INTERESSI / PANTOUFLAGE

Verificare con attenzione l’assenza di rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado o coniugali con l’Autorità di Gestione del POR FESR Lazio 2014-2020, con Dirigenti o Funzionari della Direzione Regionale Sviluppo Economico e Attività Produttive e di Lazio CREA S.p.A.

Tra le autocertificazioni da rendere è compresa anche quella di non aver conferito incarichi né concluso contratti di lavoro subordinato o autonomo con ex dipendenti della Regione Lazio e Lazio CREA S.p.A., nel triennio successivo alla cessazione del loro rapporto, laddove questi nell’esercizio di poteri autoritativi o negoziali, abbiano svolto, negli ultimi tre anni di servizio, attività di cui sia stato destinatario il richiedente.

ATTENZIONE ALLE ATTIVITA’ CON PLURALITA’ DI SEDI

L’IRAP è un’imposta regionale. Pertanto il rimborso non spetta per la quota di IRAP versata con riferimento a Regioni estranee.

Il bando prevede una serie di regole da rispettare (in qualche caso occorre una perizia asseverata, tra gli altri, da dottori commercialisti).

ESCLUSIONI ED ECCEZIONI

Non basta verificare i codici ATECO.

Alcuni soggetti sono esclusi pur rientrando nei codici.

Citiamo i due casi che riteniamo di maggior rilievo:

  • soggetti che hanno già ricevuto aiuti per attività connesse all’esportazione verso paesi terzi o Stati membri, ossia aiuti direttamente collegati ai quantitativi esportati, alla costituzione e alla gestione di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti connesse con l’attività di esportazione
  • Soggetti che hanno ricevuto aiuti condizionati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti d’importazione

Quest’ultima limitazione può generare seri problemi agli operatori del settore della ristorazione che hanno richiesto il contributo per i prodotti di filiera, magari senza aver ancora ricevuto nulla. Non è assolutamente chiara la portata di tale divieto. Si attendono urgenti chiarimenti da parte degli organi competenti (immaginiamo mediante le faq che nei prossimi giorni verranno pubblicate). 

LA DOMANDA

Le criticità ed i rischi di errore connessi alla presentazione della domanda sono molteplici.

Ad esempio, una volta inviata, la domanda non potrà più essere modificata o ripresentata. Pertanto occorre prestare la massima attenzione nella fase preparatoria.

Attenzione anche agli adempimenti successivi al ricevimento del contributo. Come segnalato più volte da questo Studio, in assenza dei necessari adempimenti pubblicitari (indicazione nella nota integrativa del bilancio o, in alcuni casi, sul sito web) è prevista la revoca.

Rinviando come sempre alla lettura integrale del provvedimento, segnaliamo alcuni aspetti della massima importanza.

Consigliamo di consultare il manuale d’uso dell’applicativo sul sito web della Regione Lazio.

La presentazione può avvenire soltanto con modalità telematiche, sulla piattaforma e secondo i termini e le modalità indicati nel bando.

La domanda è assoggettata a bollo di 16 Euro.

Il file pdf della domanda, datata e sottoscritta digitalmente ovvero in maniera olografa, deve essere caricato on line  e inviato telematicamente, unitamente a un documento di identità in corso di validità e a tutti gli allegati, dunque:

a) Domanda generata dal sistema

b) Scansione documento di identità in corso di validità

c) Perizia asseverata del professionista in caso di attività che in parte si colloca al di fuori della Regione Lazio

d) Autocertificazione sul possesso dei requisiti (appendice 3 per le imprese, appendice 3 bis per i professionisti)

e) Autocertificazione sulle dimensioni dell’impresa (e sulle imprese controllate, collegate, ecc. appendice 4)

f) Autocertificazione sull’assenza di conflitto di interessi e autocertificazione antipantouflage (appendice 5)

g) Autocertificazione sull’assenza di condanne

Le autocertificazioni d) e) f) g)  sono contenute in unico file pdf.

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